Seminario “Con gli occhi di un altro - Fotografia e storie personali”

Il reportage del fotografo Simone Cerio


Premessa

"Un giorno qualunque è esattamente il momento in cui sta per cambiare qualcosa."
Sabato 23 gennaio 2021 ho partecipato ad un seminario sulla fotografia organizzato dall’Università IUSVE. Data la situazione in cui siamo vi chiederete come sia stato possibile partecipare ad un'evento simile...virtualmente! Attraverso l'utilizzo di ciò che oggi è la nostra quotidianità: Internet. La manifestazione è infatti stata suddivisa in due parti utilizzando, per la prima, YouTube e, per la seconda, Zoom. L'utilizzo di queste piattaforme ha reso la partecipazione di molti studenti ed insegnanti più libera. Senza alcun tipo di preoccupazione ognuno ha potuto partecipare assistendo ai discorsi intrapresi da coloro che hanno organizzato e facevano parte della manifestazione, potendo anche porre domande, molte delle quali riguardavano più che la parte tecnica di tutto il lavoro, la parte emotiva, sia di colui la cui storia è stata resa il soggetto della manifestazione, Mamadou Kouassi, sia a colui che ha realizzato e modificato materialmente le fotografie, Simone Cerio.

Chi ha organizzato l'evento

Una collaborazione che vede unire l’università IUSVE (con sede a Mestre e Verona), la fondazione ISMU, il cui scopo è la trasformazione della società favorendo il riconoscimento e la promozione dei diritti fondamentali di ogni individuo, con una sensibilità in particolare per i fenomeni migratori, laTunué, una casa editrice specializzata in graphic novel per lettori di ogni età ed Emergency, un’associazione indipendente e neutrale che promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, nata per offrire cure medico-chirurgiche alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.
Aver partecipato a questa attività di Educazione civica con un focus sulla fotografia ci ha mostrato alcune delle tantissime sfumature del mondo della fotografia, che abbiamo iniziato a scoprire proprio in quest'anno scolastico.
Come anticipato nella premessa, l'evento è stato suddiviso in due parti: la prima costituita dalla sessione plenaria, svolta sulla piattaforma di YouTube, e a seguire il seminario, a cui si è potuto partecipare attraverso la piattaforma di Zoom. Ma vediamo queste due fasi nel dettaglio.

La sessione plenaria

Durante la sessione plenaria si è tenuta la presentazione della manifestazione, conclusione del progetto di Educazione alla Cittadinanza Globale “NO ALLA GUERRA - per una società pacifica e inclusiva rispettosa dei diritti umani e della diversità fra i popoli”. Lo scopo di questa attività è stato quello di informare e diffondere la verità sulle conseguenze delle guerre.
Tra i relatori principali di questa prima fase era presente Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista specializzata in Medio Oriente e zone di conflitto che ha riportato, attraverso esperienze personali, il suo punto di vista ed il suo contributo nell'evidenziare l'importanza del messaggio del reportage del fotografo Simone Cerio; seguita da Rossella Miccio, presidente di Emergency, che pochi anni fa ha affermato: "Lavoro con Emergency da diciassette anni. La guerra mi faceva schifo diciassette anni fa e mi fa schifo adesso" e per concludere Emanuele di Giorgi, amministratore delegato della Tunuè, una casa editrice specializzata in graphic novel per lettori junior e adulti.
Emergency, in collaborazione con Tenuè ha presentato il concorso “I colori di una nuova vita”, per creare una graphic novel sulle migrazioni forzate. Attraverso la scrittura di una sinossi sul tema della migrazione, pensata per essere poi trasformata in una graphic novel da sceneggiatori professionisti, lo scopo era quello di coinvolgere attivamente i giovani sui temi della multiculturalità e dell’inclusione sociale pensato nell’ambito del progetto “NO ALLA GUERRA, per una società pacifica e inclusiva rispettosa dei diritti umani e della diversità fra i popoli”.

Il seminario sulla fotografia

La seconda parte del seminario ha visto come protagonisti principali Simone Cerio e Mamadou Kouassi. Cerio è riuscito raccontare al mondo la storia di Mamadou attraverso ciò che più lo appassiona: i linguaggi ibridi. Il risultato di questo lavoro è stato il reportage fotografico "Un giorno qualunque", il racconto di una vita fatta di imprevisti.
"Cos'è la guerra se non una scomposizione di dolori?". Simone Cerio, fotografo documentarista italiano, specializzato in visual journalism, da sempre interessato a linguaggi ibridi. L'ibridazione dei linguaggi, per appunto, viene da lui utilizzata in svariate occasioni per sottolineare l'aspetto emotivo che una fotografia può conferire, facendo passare le immagini stesse attraverso un mix di linguaggi, come la sovrapposizione di audio e foto creando una vera e propria interazione.
Dopo aver prodotto svariati lavori documentaristici viaggiando in diversi paesi come Spagna, Austria, Ungheria, Serbia, Polonia e molti altri, nel 2014 completa un assignment in Afghanistan in collaborazione con Emergency ONG Onlus: "When the others go away", esposto in tutta Italia, un'opera che documenta la storia del primo specializzando italiano in chirurgia generale che ha terminato il proprio percorso di studi in un ospedale di guerra. Crea poi un reportage fotografico sull'antibullismo in collaborazione con il progetto "Notrap!", un programma di prevenzione del bullismo e del cyberbullismo. A Vienna espone N.D.R., un lavoro dedicato alla lotta alla ‘ndrangheta (la mafia calabrese), realizzato con il supporto del Museo della ‘ndrangheta di Reggio Calabria.
Al giorno d'oggi tratta progetti di ricerca sulla salute mentale dei migranti e sull’assistenza sessuale per persone disabili (un esempio è il progetto "Love givers"), continuando collaborazioni con ONG internazionali.
"Tutto questo per raccontare non solo la mia storia, ma anche quella che comprende le difficoltà di tutti gli immigrati, che lavorano in campagna, sfruttati e non retribuiti". Mamadou Kouassi, 37 anni, vive in Italia da dodici, è portavoce del movimento che riguarda circa diecimila immigrati che lottano ogni giorno per sopravvivere. Il percorso che ha portato Mamadou ad essere ciò che è ora è stata una lotta continua: ha impiegato tre anni per arrivare in Italia, attraversando paesi come Burkina Faso, il deserto, per poi essere sfruttato in Libia e catturato come prigioniero. Riuscì a prendere un barcone che gli ha permesso di raggiungere la costa italiana. Molte delle persone che trasportava quel barcone morirono, lui riuscì a sopravvivere. Il sogno di Mamadou era quello di fare il calciatore, cercando qui in Italia la speranza di realizzarlo. Nel 2009, a Caserta, gli viene detto che si sarebbe tenuta una manifestazione a Roma a cui avrebbero partecipato migliaia di immigrati. Quella manifestazione fu il primo passo per riuscire ad acquisire i diritti che tutti i cittadini dovrebbero avere. Fu in quel periodo che si appassionò alla lotta per i diritti dei migranti e divenne un attivista.

Le fonti che ho consultato per scrivere questo post

- Sito ufficiale della fondazione ISMU
- Sito ufficiale della casa editrice Tunué
- Sito ufficiale di Emergency ONLUS
- “Con gli occhi di un altro - Fotografia e storie personali”
- Rossella Miccio
- Collaborazione Emergency e Tenuè "I colori di una nuova vita"
- Biografia Simone Cerio

Conclusioni

Questo seminario mi ha sicuramente aiutata ad ampliare le conoscenze delle tecniche fotografiche, ciò che mi ha colpito maggiormente, infatti, è come il fotografo Simone Cerio sia riuscito a rendere di tutti, raccontandola in un modo unico, la storia di Mamadou, storia in cui si ritrovano altre migliaia di persone. Tra i tanti modi in cui era possibile raccontare e trasmettere il messaggio che Mamadou ha cercato e cerca tutt'oggi di mandare, la strada della fotografia, unendola alla sua voce, credo sia stata la migliore.

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